Sciopero sceneggiatori: è stato raggiunto un accordo con gli studi

Gli sceneggiatori e gli studi hanno raggiunto un accordo che porrà fine allo sciopero

La gilda degli sceneggiatori ha raggiunto un accordo provvisorio con l’alleanza dei produttori cinematografici e televisivi per porre fine al suo sciopero, dopo quasi cinque mesi. Le parti hanno finalizzato un accordo domenica 24 settembre, nel quale si determinano l’uso dell’intelligenza artificiale e i livelli di personale nelle salae di scrittura.

“WGA e AMPTP hanno raggiunto un accordo provvisorio di principio su tutti i punti discussi, soggetto alla stesura del testo finale del contratto“, ha detto la WGA ai suoi membri in un comunicato.

I dettagli dell’accordo provvisorio del sindacato degli sceneggiatori non sono ancora pubblici, ma lo saranno prima dei voti di ratifica dell’adesione. Infatti il nuovo contratto ora dovrà essere valutato ulteriormente e approvato dagli iscritti al sindacato. Nel corso delle prossime due settimane, lo sciopero quindi potrà definitivamente concludersi.

Come hanno sottolineato i negoziatori delle due parti, al momento non può dirsi del tutto concluso, almeno finché non sarà ratificato. Tuttavia è già stato chiesto di sospendere i picchetti, in vista della votazione finale. Se tutto dovesse andare come ipotizzato, i set riapriranno già a inizio novembre, ma senza gli attori.

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Gli studi hanno infatti chiesto che, una volta ratificato l’accordo provvisorio, gli sceneggiatori riprendano il loro lavoro in modo immediato. Come specificato, ci vorranno alcuni giorni prima che lo sciopero termini ufficialmente mentre il sindacato procede con il processo di ratifica. Durante l’ultimo sciopero della WGA nel 2007-2008, un accordo provvisorio fu raggiunto il 96esimo giorno e non fu concluso fino al 100esimo.

Tutta l’attenzione sarà ora rivolta alla ratifica dell’accordo WGA e al fatto che lo sciopero degli attori sia ancora in atto. Infatti SAG-AFTRA e AMPTP non si sono ancora riuniti per trattare e elaborare un accordo per porre fine alle proteste degli interpreti, che dura ormai da 73 giorni.

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