Scienziati contro Grey’s Anatomy: la serie tv alimenta false speranze
Che Grey’s Anatomy crei false speranze agli spettatori si è sempre detto. Di rado nei corridoi dei reali ospedali sfilano modelli in camice bianco. Il nostro battito cardiaco non si è mai fermato a causa dei pettorali scolpiti del nostro cardiologo. Non siamo mai andati in iperventilazione per il sorriso dalla perfetta dentatura dell’infermiera sud americana. Ma l’innovativa crociata degli scienziati contro Grey’s Anatomy va ben oltre la carica ormonale. Recentemente infatti, il Medical Drama più seguito dei nostri tempi, è stato accusato di creare false aspettative sulle capacità dei medici e sulle possibilità degli ospedali.
Secondo una ricerca pubblicata su Trauma Surgery & Acute Care Open, la necessità di casi il più possibile spettacolari, ha portato la serie a mostrare irrealistici risultati. I ricercatori del St Joseph’s Hospital and Medical Center di Phoenix, hanno analizzato 269 casi, presenti nelle prime 12 stagioni (2005-2016) del Drama di Shonda Rhimes. Li hanno poi confrontati con i dati della banca nazione USA Trauma 2012. Tiriamo prima un sospiro di sollievo: nelle sale del Seattle Grey’s, il tasso di mortalità è del 22%, contro il 7% realistico. Chi più degli spettatori storici della serie, può essere felice di sapere che non muoiono così tanti George O’Malley in America? Nessuno.
Scopri di più sul mio nuovo romanzo: Se fosse una commedia romantica!Dalla ricerca risulta che mentre il 71% dei pazienti immaginari di Shonda passa dalla sala emergenze direttamente in sala operatoria. Solo un quarto dei reali pazienti lo fa. L’attesa nelle sale risulta ancora più stressante, se ci si concentra sul paziente televisivo con sintomi analoghi: operato d’urgenza, ma comunque morto. È risaputo che affrontare un qualsiasi problema con negatività, non ha mai giovato.