di Giada Gentili
La prima scena di Batman v Superman: Dawn of Justice mostra un uomo su una sedia che parla al pubblico: il regista Zack Snyder chiede ai presenti in sala di non spoilerare nulla nei giorni a seguire perché tutti rimangano ugualmente sorpresi quanto vedranno il film. L’iniziale magia da grande schermo va a farsi benedire così, il cinema è la costruzione di un immaginario in cui lo spettatore (anche il giornalista) deve credere dai titoli di testa, il prestigiatore non può annunciare che userà dei trucchi durante il suo spettacolo e che non ha mai ricevuto la lettera da Hogwarts. Peraltro non è mai stato necessario allertare così i critici, nessuno avrà scritto la recensione di Via col Vento concludendo: “Rhett lascia Rossella, mettetevi l’anima in pace” o quella di Star Wars “Darth Vader è il padre di Luke: chi se lo aspettava ragazzi?!”. E Batman v Superman: Dawn of Justice non regala neanche tutti queste effetti sorpresa da patema d’animo, ma tant’è.
Scopri di più sul mio nuovo romanzo: Se fosse una commedia romantica!Il film si apre presentandoci i due supereroi più conosciuti della storia, il pulitissimo Henry Cavill, muscoli e sguardo vacuo nell’ideale Clark Kent, e Ben Affleck con meches bianche e vicinissimo quanto mai al fumetto originale nei panni di Batman. Entrambi hanno fatto i compiti a casa e arrivano alla fine del film senza infamia e senza lode, regalando qualche situazione involontariamente comica. Jesse Eisenberg è il nuovo Lex Luthor, un volto diverso da quelli conosciuti finora ma un cattivo schizofrenico sulla scia di Joker, dotato di poco spessore e completezza di contenuti.
Gal Gadot e Amy Adams hanno offerto invece le interpretazioni più accattivanti, la prima una regina delle Amazzoni affascinante e enigmatica, chiusa in un involucro di bellezza intoccabile e in pole position come supereroina del film, poco loquace e concreta. La Adams è Lois Lane, giornalista d’assalto “Con le palle” (cit. dal film e non è uno spoiler) sagace e combattuta, che si perde solo nella sviolinata finale.
La regia di Snyder è assolutamente da videogame, sopratutto nelle scene di battaglia, le quali occupano più del 70% dell’opera, un continuo di esplosioni, scazzottate e inseguimenti, il tutto amalgamato dal maestro delle musiche Hans Zimmer, impeccabile nel lavoro, tanto che è quasi più sull’attenti l’orecchio dell’occhio durante la proiezione. Batman v Superman è puro entertainment, appena agli sceneggiatori Terrio e Goyer viene lasciato spazio il film perde di appeal e credibilità – un paio di battute davvero pessime -. I lodevoli obiettivi iniziali, lo svelamento dell’uomo dietro l’eroe, la ricerca di Dio, della divinità nell’uomo e dell’uomo nella divinità, giocano a nascondino con degli effetti speciali magistrali. Un pacchetto imballato con stile senza alcuna sorpresa all’interno (neanche questo è uno spoiler).
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