Il live action di Aladdin è ancora lontano, eppure già non mancano le polemiche su uno dei remake di classici Disney più attesi
Chiunque non vede l’ora che esca al cinema il live action di Aladdin diretto da Guy Ritchie. Grandi e piccini erano già in fermento dopo l’annuncio del cast l’estate scorsa. La Disney, ultimamente, sta sfornando un live action dietro l’altro, sull’onda della nostalgia per i film d’animazione del passato, e sono tutti dei grandi successi. Ma per ogni successo che si rispetti, non mancano le critiche.
Il live action di Aladdin, in particolare, aveva già subito una battuta d’arresto proprio per la questione casting. E’ stato, infatti, molto difficile trovare due attori di origini mediorientali che rivestissero i ruoli di Aladdin e della principessa Jasmine. I requisiti più difficili erano, principalmente, il fatto che fossero abbastanza famosi, ma non troppo da mettere in secondo piano Will Smith, vera superstar di questo film nei panni del Genio.
Nonostante il casting del 26enne egiziano Mena Massoud e della 24enne Naomi Scott, ecco porsi nuovi problemi legati alle etnie necessitate dal live action di Aladdin. La polemica si concentra infatti su alcune comparse, uomini e donne bianchi che, a detta degli attori, sono state viste dirigersi al trucco per farsi scurire la pelle. Ma perché truccare delle comparse bianche e non prenderne direttamente delle etnie di cui c’è bisogno nel film? Il Sunday Times ha già riportato le parole di un certo Kaushai Odedra, che accusa: “La Disney sta mandando il messaggio che il colore della pelle, l’identità e le esperienze di uno specifico individuo non sono nulla che non possa essere controllato e annullato“.