Game of Thrones 8×03 recensione: commentiamo e riviviamo insieme i momenti più belli di questa battaglia contro gli Estranei.
Buongiorno amici e bentornati. Questo è il momento che tutti noi aspettavamo ed è finalmente giunto. Ad un certo punto della scorsa settimana credo di aver avuto un cedimento neurologico strutturale e ho gettato la spugna.
Scopri di più sul mio nuovo romanzo: Se fosse una commedia romantica!Pensieri insensati si rincorrevano nel mio cervello.
“Non arriverà mai domenica”
Entra nel canale ufficiale WhatsApp di Daninseries Seguimi sul mio profilo ufficiale Instagram“Anche se arrivasse, non sopravviveresti mai ad un puntata simile”
“Ti immagini se contro ogni previsione ti fanno fuori Jaime o Sansa in questo episodio?”
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E infatti ho per le mani questo arduo, difficilissimo compito di recensire uno degli episodi più spettacolari che Game of Thrones abbia mai messo in onda e, più in generale, che siano mai stati concepiti per una serie tv. Un episodio che tra battaglie epiche, plot twist inaspettati e qualche momento discutibile, è comunque nel suo complesso risultato uno spettacolo.
Inizierò col farvi sapere che io sono una GRANDISSIMA fan delle battaglie fantasy epiche. Ma proprio fan enorme. E dopo il Signore degli Anelli (che ho guardato qualcosa come una cinquantina di volte e letto altrettante) niente aveva più soddisfatto i miei desideri di morte mescolata ad epicità mescolata a creature mitologiche che scendono in battaglia mescolate a crisi isteriche pre, durante e post battaglia.
“Impossibile” ho pensato quando i produttori hanno annunciato che questa era la battaglia più grande mai girata in tv.
Minas Tirith e il Fosso di Helm non si superano, non è possibile.
Invece? Non potrei assolutamente dire superati, ma ci troviamo di fronte ad un onesto pareggio, che mi sembra già molto.
Faccio fatica a riordinare le idee, ho scritto qualcosa come dieci pagine di appunti totalmente illeggibili (mi tremava la mano) e sono nel panico. Eppure in qualche modo districherò i miei pensieri confusi e commenterò con voi questa ottopertre.
Domenica sera in preda all’ansia mista ad euforia più totale, ho deciso di fare le cose per bene. Cena sana, ti-sana, kit di sopravvivenza notturno:
Ho estratto il mio merchandising di Game of Thrones che non è molto ma è un lavoro ones- scusate mi sono confusa.
Comunque ho steso accuratamente la maglia degli Stark pensando alla mia Sansa e alla mia Arya e dicendo una piccola preghiera al Lord of Light per loro. Ho indossato la maglietta dei Lannister perché ho pensato che Jaime poteva aver bisogno di protezione e volevo inviare a lui e a Brienne vibes positive.
Ho deciso di guardare qualcosa di leggero per rilassarmi così ho scelto Le Iene. Dopo tipo dieci minuti in un servizio che parlava di animali uccisi in sottofondo ho sentito “Light of the Seven”: ho spento la tv e sono migrata in camera mia come un’anima in pena col cuore pesantissimo.
Non ho fatto diretta, volevo vedere l’episodio a mente lucida per poterne assaporare ogni singolo istante.
E così ho aspettato e l’ho guardato quando già il web era dark and full of spoilers, evitando accuratamente l’ingresso in qualsiasi social network per ore ed ore.
Appena inizia la puntata, ho iniziato a piangere. Letteralmente al primo secondo. Non so perché, non è che ci fosse qualcosa di commovente nel vedere Sam che si aggirava terrorizzato per Grande Inverno, ma ero talmente nervosa che sono scoppiata in un pianto isterico con annesso collasso cerebrale.
L’episodio è partito definitivamente, mi sono asciugata le lacrime, ho respirato a fondo, ho constatato che con questa illuminazione probabilmente non avrei capito neanche chi stava morendo e chi no e questo quasi quasi mi ha consolata consola. E infine, mi sono immersa nella Battaglia di Grande Inverno.
LET’S GO.