Libano e Kuwait hanno vietato Barbie
Dopo i primi problemi riscontrati in Vietnam, Barbie ha trovato ostacoli anche nel Medio Oriente, dove sia Libano che Kuwait hanno deciso di vietare il film.
In questo caso la ragione alla base di tale decisione ha a che fare con la posizione dei Paesi citati nei confronti dell’omosessualità.
Scopri di più sul mio nuovo romanzo: Se fosse una commedia romantica!Come riporta Reuters, infatti, il Ministro della Cultura libanese Mohammad Mortada ha dichiarato che il live action di Greta Gerwig contravverrebbe ai valori religiosi, promuovendo proprio l’omosessualità.
Mortada ha il sostegno del noto gruppo armato sciita Hezbollah, il cui leader Sayyed Hassan Nasrallah ha intensificato la sua retorica contro la comunità LGBTQIA+.
Sulla base della mossa di Mortada, si è poi fatto avanti il Ministro degli Interni Bassam Mawlawi, che ha chiesto al comitato di censura della Sicurezza Generale di esaminare il film.
Entra nel canale ufficiale WhatsApp di Daninseries Seguimi sul mio profilo ufficiale InstagramTale decisione da parte del Libano ha in qualche modo sorpreso, dal momento che stiamo parlando di un paese considerato tra i più liberali di quella regione per quanto riguarda la comunità LGBTQIA+.
Leggi anche: Roe e il Segreto di Overville, il primo romanzo di Daninseries, e i sequel Roe e l’Inganno della Memoria e Roe e l’Ultima Battaglia
Clicca qui per unirti al canale ufficiale WhatsApp di Daninseries: tutte le news in un unico posto sempre con te.Nel 2017, infatti, il Libano è stato il primo paese arabo ad ospitare una settimana di Gay Pride ed è generalmente visto come un rifugio sicuro per la comunità LGBTQIA+ del Medio Oriente, che non ha vita facile.
Lo stesso giorno in cui Mortada ha dato tale comunicazione, anche il Kuwait ha deciso di seguire l’esempio, annunciando di aver vietato Barbie e il film horror soprannaturale Talk to Me per proteggere “l’etica pubblica e le tradizioni sociali“.
La posizione del Kuwait è forse meno sorprendente, essendo da tempo tra i Paesi più rigorosi nei confronti di ciò che viene proiettato al cinema.
Il presidente del comitato di censura cinematografica, Lafi Al-Subaie, avrebbe accusato il film di “veicolare idee che incoraggiano comportamenti inaccettabili e distorcono i valori della società“.
Anche se Barbie potrebbe non arrivare sugli schermi del Libano e del Kuwait, il film è atteso in due mercati molti importanti del Medio Oriente: l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
Per non perderti nessuna novità, ricorda di seguirci anche su Instagram, cliccando QUI.