La recensione di Queer, un film di cui non avevo bisogno ma che ora non posso dimenticare
Direttamente dall’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, vi consegno le mie considerazioni su un film su cui avevo delle aspettative ben precise. Sto parlando di Queer, diretto da Luca Guadagnino e questa è la mia recensione
Basato sul romanzo omonimo del 1985 di William S. Burroughs, Queer racconta la storia di William Lee (interpretato da Daniel Craig), un americano sui quaranta che vive a Città del Messico.
Scopri di più sul mio nuovo romanzo: Se fosse una commedia romantica!È fuggito dalla sua terra natale per non rimanere coinvolto in una retata di droga, e in Messico la sua dipendenza da eroina va sempre peggiorando.
Trascorre le sue giornate quasi interamente da solo, tranne per alcuni contatti con altri membri della piccola comunità americana, e riflette sul suo passato da studente universitario americano espatriato, alle prese con lavori part-time.
Il suo incontro con Eugene Allerton (Drew Starkey), un giovane studente appena arrivato in città, gli mostra, per la prima volta, che forse esiste la possibilità di stabilire una vera connessione intima con qualcuno.
Entra nel canale ufficiale WhatsApp di Daninseries Seguimi sul mio profilo ufficiale InstagramDalla trama, pensavo che mi sarei imbattuto in una struggente e lineare storia d’amore ed invece così non è stato. Mi sono così ritrovato a lasciare la sala, una volta conclusa la proiezione, piuttosto infastidito.
Questa sensazione, che mi sono portato dietro anche nelle ore successive, è stata dettata dal fatto che non avessi ritrovato in Queer quello che mi aspettavo. A caldo, dunque, ero giunto alla conclusione che non mi fosse piaciuto.
Clicca qui per unirti al canale ufficiale WhatsApp di Daninseries: tutte le news in un unico posto sempre con te.Ed è proprio questo che ho ripetuto a tutti quelli che mi facevano domande sul film. Dopo 24 ore dalla visione, però, mi sono reso conto che non facevo altro che pensare a questa storia. Mi sono, quindi, reso conto che il problema, in realtà, erano le mie aspettative sbagliate.
E qui entriamo nel vivo della recensione: Queer non segue una storia d’amore alla Chiamami Col Tuo Nome. La nuova opera di Gudagnino narra, bensì, lo psicodramma di un uomo che ha bisogno di amare.
È il racconto di quella che sarebbe potuta essere una storia d’amore. Queer scava dentro la solitudine e la profondità dell’essere umano tramite l’ossessione. Lee, il personaggio di Daniel Craig, è colui che ama. Eugene, un sorprendente Drew Starkey, è colui che si lascia amare.
Si tratta di un film difficilmente decifrabile, come la dimensione onirica lungo cui viaggia. Credo che Queer sia il prodotto più bello visto da me a Venezia. C’è tutto: c’è fotografia, regia, la recitazione è impeccabile.
Daniel Craig si merita veramente di vincere un premio e Drew Starkey è una grandissima rivelazione. Non posso dire che fosse la storia di cui avevo bisogno. Credo che più che lo spettatore, sia Guadagnino stesso ad aver avuto bisogno di questa storia.
Nonostante ciò, il film mi ha fatto venire voglia di parlarne, di documentarmi, di scavare a fondo e avere opinioni anche contrastanti. Ho veramente cambiato il mio punto di vista su Queer almeno dieci volte in 24 ore e qualcosa lo avrete carpito leggendo la recensione.
Dopo un giorno intero dalla visione, continuo a pensare a questo film, a volermi informare e a volerne parlare. È un’opera che merita almeno due visioni per essere capita.
Inizialmente, scherzando, ho definito Queer “un bel film per essere di David Lynch“. Ci sono infatti determinati stili narrativi che ne ricordano la mano. In sostanza, non ne avevo bisogno, ma ci sto ancora pensando ed il cinema è anche questo.
@daninseries Ho visto #queer di #lucaguadagnino a #venezia81 con #danielcraig e #drewstarkey, la mia recensione, cosa ne penso. #davedere #festofcreators ♬ suono originale – Daniele Giannazzo
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